Corsi di circo al PalaFolli
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Ripartiamo con i corsi di circo acrobatico e le lezioni aperte:
Bambini 6-11 anni
Ragazzi 12-14 anni
Martedi 28 settembre 2021
Giovedi 30 settembre 2021
16:30 - 17:30
Adulti
Mercoledi 29 settembre 2021
18:30 - 19:30
19:30 - 20:30
I corsi saranno tenuti dalle artiste della Compagnia dei Folli 🎪
Info segreteria Palafolli 0736/352211 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Al PalaFolli ritorna "Ascoli in Scena"
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Care Amiche e cari Amici,
dopo tanto tempo siamo felici di farvi sapere che torna Ascolinscena con le sue commedie!
In questo periodo abbiamo cercato soluzioni possibili e riusciremo a tornare a teatro in tutta sicurezza. Adotteremo tutte le prescrizioni di legge quindi distanziamento, mascherine, green pass. Tutto questo comporterà una revisione dei posti assegnati in teatro negli scorsi anni. Per questo vi chiediamo di comunicarci quanto prima la vostra intenzione di rinnovare o meno l’abbonamento.
Siamo riusciti anche ad organizzarci in modo tale che, solo nel caso in cui per disposizione nazionale i teatri dovessero essere chiusi al pubblico, sarà possibile richiedere il rimborso degli spettacoli non realizzati. Ribadiamo che questa soluzione sarà possibile solo se dovessimo di nuovo subire una chiusura nazionale.
Il prezzo degli abbonamenti è il seguente:
Intero € 75,00
Ridotto € 68,00 (il ridotto si applica a chi già ha acquistato l’abbonamento negli anni passati, ai donatori AVIS, agli over 65, agli studenti universitari)
Dal 15 settembre p.v. è possibile acquistare l’abbonamento. La biglietteria del PalaFolli è aperta tutti i giorni dalle 9:30 alle 13:00 e nel pomeriggio dalle 16:00 alle 19:00. Vi consigliamo di acquistarlo fin da subito.
Ci scusiamo anticipatamente del disagio che potrà comportare il non poter confermare il proprio posto.
Sperando di rivedervi presto al PalaFolli, vi ricordiamo i nostri recapiti: ufficio 0736-352211, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., sito internet www.palafolli.it.
Sabato 02 ottobre 2021
Compagnia Teatrale Li Freciute (Ascoli Piceno) in “Un revolver per tre”
Sabato 16 ottobre 2021
Laboratorio Minimo Teatro (Ascoli Piceno) in “L’amico Sancio”
Sabato 06 novembre 2021
Ci credo (Macerata) in “E fuori nevica”
Sabato 20 novembre 2021
Il Focolare (Loreto) in “Da giovedì a giovedì”
Sabato 11 dicembre 2021
Gruppo Teatro Tempo (Carugate-MI) in “Le prenom – Cena tra amici”
Sabato 15 gennaio 2022
Bottega dei Rebardò (Roma) in “Una volta nella vita”
Sabato 29 gennaio 2022
Compagnia Teatrale DonAttori in “Tutti nell’armadio”
Sabato 12 febbraio 2022
III Edizione Rassegna di Corti Teatrali AVIS IN CORTO
“Ascoli Romana” - lunedì 6 settembre
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ASCOLI – “Ascoli Romana”. E’ questo il titolo di un evento culturale gratuito con guida turistica che si svolgerà lunedì 6 settembre con partenza alle ore 21 da Piazza Matteotti.
L’iniziativa è organizzata dal comitato regionale dell’Unione Sportiva Acli Marche grazie al sostegno di Fondazione Carisap e Comune di Ascoli Piceno.
La prenotazione è obbligatoria (prevista la partecipazione di un massimo di 90 persone) e dovrà avvenire con un messaggio al numero 3939365509 indicando nome e cognome di chi partecipa e la data della manifestazione.
La partecipazione è gratuita.
Per lunedì 6 settembre è dunque in programma un nuovo tour nel centro storico predisposto dalla guida turistica abilitata Valentina Carradori, tour finalizzato a fare movimento ma anche a conoscere meglio la città di Ascoli in questo caso partendo dal periodo romano.
Saranno applicati il protocollo e le linee guida U.S. Acli nazionale di contenimento Covid19. L’utilizzo della mascherina ed il distanziamento saranno obbligatori.
Per informazioni sui prossimi appuntamenti con le attività dell’U.S. Acli Marche si possono consultare il sito www.usaclimarche.com e la pagina facebook Unione Sportiva Acli Marche.
Invito all'omertà - di Vittorio Camacci
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L'abbandono dei luoghi amati, dove si è nati e si è cresciuti, la perdita delle persone care che per vari motivi sono svanite, accomuna tutti gli abitanti del cratere e provoca un dolore che si sente e si riconosce chiaramente.
Esso ci costringe ad aprire la bocca e ad urlare tutta la nostra disperazione e la nostra rabbia. Questo dolore è la fine di una relazione che si pensava fosse per sempre, è un'esperienza che ci spiazza e ci porta spesso alla collera, l'altra faccia del dolore, l'ultimo baluardo di resistenza. Passare attraverso lo smarrimento, la perdita di senso, il vissuto d'inutilità, confrontarsi con un sentimento di svuotamento, d’ingiustizia, con la sensazione che niente possa mai cambiare ci porta ad un'urgenza reattiva che ci fa cadere in un banale errore: gridare ad alta voce, con furia e con ira tutte le verità del post-terremoto. Scordiamo così che la meglio parola è quella che non si dice, questo è, quindi, un invito all'omertà come promessa. Tapparsi la bocca volontariamente significa avere dei vantaggi pratici e di consorteria che ci salvano dalle rappresaglie. Astenerci volutamente dall'accusare, dal denunciare, dal testimoniare ci fa diventare anonimi e quasi invisibili, credetemi, questo all'interno del cratere è un grande vantaggio.
Qui tutti sanno e nessuno osa infrangere il muro dell'omertà, nessuno è disposto a rischiare l'esposizione mediatica di controtendenza. Così nessuno vede più, nessuno sente più, nessuno parla più. Tutti sanno ma preferiscono il silenzio, scelgono scientemente di voltare la faccia dall'altra parte, standosene con le mani in mano. L'omertà come solidarietà per difendersi in una società regolamentata da leggi, norme etiche, principi morali, usi, costumi e tradizioni ormai artefatte per la convenienza dei potenti.
Con la fine dell'estate si è tornati a commemorare il V anniversario del terremoto con cerimonie ineccepibili: rintocchi di campane a morto, i silenzi di tromba, le corone d'alloro, le magliette, gli stendardi, i gonfaloni dei comuni, le fiaccolate, i giornalisti, i fotografi, le telecamere televisive, i presidenti, i governatori, i parlamentari, i consiglieri regionali, i sindaci, i commissari, i questori, i prefetti, i militari, i pompieri, i carabinieri, i poliziotti, i vescovi, i preti ed i leccapiedi. Dall'altra parte industriali, progettisti, costruttori, im(prenditori), superstiti e sopravvissuti. "Adesso i soldi ci sono, Lo Stato vi è vicino con cifre tonde a molti zeri!" E tutti ci credono... Intanto si sono venduti pure le macerie. Zitti, questo non si deve dire, perché ci rifanno tutto più nuovo e più bello. Mica siamo stupidi! Può apparire singolare che io prenda questa posizione, ma avendo avuto il privilegio di osservare con una "lente d'ingrandimento" tutte le situazioni particolari dei nostri paesi ho capito che il terremoto è soprattutto un "evento sociale" di enorme rilievo, un peso che può mettere in gioco l'identità e l'appartenenza di ogni singolo individuo del cratere per cui il prezzo da pagare è davvero incommensurabile, non solo per le vite perse, per la perdita del patrimonio artistico e storico, per l'emigrazione e lo spopolamento del territorio, la mutazione dell' attività produttive.
Questa è solo la prima parte delle conseguenze, quella che fa scaturire compassione e solidarietà, poi arrivano le speculazioni, la corruzione, la svendita dei beni pubblici, gli espropri e con essi i profitti, gli interessi, i guadagni leciti ed illeciti. In questo modo si azzerano, in nome del dio denaro, secoli di storia, si stravolgono la nostra cultura, le nostre tradizioni, le nostre attività produttive. Il terremoto quando non ti toglie la vita ne cambia il senso.
Questo avviene sia in modo individuale che collettivo, spezzando i legami tra gli individui, tra i gruppi, cambiando i destini dei paesi, facendo emergere diseguaglianze e disparità, ovviamente chi soffrirà di più saranno i poveri ed i deboli, facendo venire a galla realtà drammatiche come: illegalità, omertà, complicità. Queste deviazioni riguardano, principalmente, i rapporti di potere basati sulla paura, effettuati dalla classe dirigente, dalle imprese, dagli operatori statali e persino, a volte, dalla cultura e dalla ricerca, ciò fa aprire gli occhi sulla realtà umana che di fronte all'interesse economico si piega avidamente.
Questo, letto in controluce, ci fa pensare che la calamità vale più di un trattato di economia politica. La convenienza economica ha il potere di cancellare i simboli identitari, i monumenti, i paesaggi, i costumi, le tradizioni. Fa allontanare i giovani dal territorio, tutto quello che è vecchio viene abbattuto sostituendolo con abitazioni e strutture moderne. Dobbiamo allora domandarci se questo è un desiderio di tutti, se potremo vivere in un paese senza memoria, se questo è un impoverimento o una ricchezza e soprattutto se tutto questo lo decidiamo noi? Questa è la solita storia, quella che ci obbliga all'omertà, una storia che a nessuno piace raccontare, tutti sappiamo quello che sarà.
Le leggi premiano la ricostruzione ex-novo, quindi per il bene di tutti bisogna rispettare la legge. Siamo appena agli inizi e già è tutto cancellato con la spartizione dei fondi: i comuni colpiti maggiormente sono stati pochi ma il cratere è stato allargato fino al mare. Gli amministratori hanno acquisito consensi gestendo fintamente per il popolo ma intermediando realmente tra governo centrale ed imprese.
Per la loro carriera politica il terremoto è stata una vera benedizione. Noi, invece, dobbiamo stare zitti, mentre sotto i nostri occhi si ricostruisce a modo loro, mentre i nostri giovani vanno via e già si danza sui morti e ci saranno lapidi a cui nessuno porterà un fiore perché intere famiglie non esisteranno più. Se volete vivere bene questi anni di cambiamento siate rispettosi della legge del silenzio, vi sono momenti, nella vita, in cui tacere è un obbligo, un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico per cui quello che deve accadere accada, altrimenti...
Vittorio Camacci