Torneo ad Arx - di Vittorio Camacci
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Il cavalier Astolfo d'Acquaviva fermò il suo cavallo all'ombra della Rocca, scese e si sedette all'ombra di una grande quercia. Precedeva di alcune leghe la sua carovana composta da due palafreni, un purosangue e di tre muli carichi delle sue armi e della tenda, dove soleva passare le notti quando lasciava la sua magione per diventare cavaliere errante. Il suo purosangue Alceste, privo di finimenti, era condotto a mano da Berardo, uno dei suoi scudieri. Vedendolo seduto, Artemio, uno degli inservienti della Rocca, corse a porgergli una sacca di pelle colma d'acqua che portava a tracolla, quindi gli consigliò dove allestire il campo per la notte.
Era giugno inoltrato, il caldo si faceva sentire e nugoli di mosche cavalline e tafani infastidivano le sue cavalcature che agitavano continuamente le code nel tentativo di scacciarle. Ordinò immediatamente agli scudieri che tutte le bestie fossero lavate con l’aceto per alleviarle un po' del tormento. Finalmente gettò lo sguardo sulla valle sottostante, che gli apparve in tutta la sua maestosa bellezza, intorno al fiume Tronto le vigne erano rigogliose e boschi circostanti si estendevano a perdita d'occhio, dall'alto il filo d'acqua che scorreva cristallina brillava sotto gli ultimi raggi del sole.
La campana della Torre Civica ritoccò l’ora sesta, il cavalier Astolfo si volse e disse ai suoi esausti accompagnatori: "Coraggio miei fidi, tra poco riposerete!". I grilli riempivano la notte con la loro sinfonia, mentre migliaia di lucciole sembravano voler sfidare le stelle in cielo. Dopo una frugale cena a base di zuppa di verdure e lenticchia, il cavaliere si adagiò su un giaciglio di paglia, ma il sonno tardava a venire, mentre lì accanto i suoi scudieri, sfiniti dalla lunga marcia e dal lavoro, russavano sonoramente.
Il suo pensiero andava alla giostra che fra due giorni si sarebbe tenuta nel Borgo. Era stata indetta dal Castellano, per celebrare degnamente le nozze della primogenita. Erano pochi i cavalieri che vi avrebbero partecipato, quasi tutti di Nursia e Spoletini, erano agguerriti e preparati. Lui sperava ardentemente di poterne sconfiggere qualcuno, in modo da poterne ricavare una bella somma di riscatto. Sperava anche di non essere sconfitto, perché la sua borsa era decisamente vuota e non avrebbe potuto pagare nessun riscatto, perdendo così armi e destriero. Dopo una notte, passata in gran parte insonne, finalmente giunse l’alba. Il sole fece capolino de dietro le montagne del Regno mentre merli chiassosi lo salutavano con i loro melodiosi canti interrotti a breve dai monotoni versi di un cuculo solitario. Dopo aver assistito alla Santa Messa ed essersi confessato nella Chiesa dell’Annunziata, si mise davanti alla sua piccola carovana imboccando la Vecchia Consolare che scendeva verso il Borgo. Quando vi giunse, il sole era già alto nel cielo ed i suoi raggi scaldavano con forza l’aria, sembrava di essere dentro una fornace.
Un armigero, di guardia al piccolo ponte che attraversava il torrente delle Pianelle, lo scortò in un grande spiazzo erboso dove erano già montate alcune tende. Riconobbe immediatamente, con preoccupazione, gli stemmi araldici dei suoi avversari, ma fece finta di nulla e ordinò agli scudieri di montare la tenda e di esporre il suo stemma.
Il resto della giornata passò velocemente per preparare tutto il necessario per il torneo. Prima che l’alba spuntasse, gli scudieri erano già in piena attività, strigliavano i cavalli, lucidavano le armi e le corazze e cercavano informazioni utili sui partecipanti per favorire i loro padroni. Berardo come scudiero anziano aiutava Astolfo nella complicata vestizione: prima gli calzò la veste imbottita, poi la cotta di maglia, infine fissò la corazza, i guanti ferrati, i cosciali, gli schinieri e le calzature. Gli altri scudieri intanto preparavano il destriero con la gualdrappa imbottita, la pettorina di ferro a piastre, la testiera e la sella con i paracosce di cuoio rinforzato. Poco prima della terza ora, annunciato dal rullo dei tamburi e delle chiarine, il Castellano fece il suo ingresso nel campo e si diresse, seguito da tutti i Notabili, le dame ed i cortigiani, verso il palco d'onore. Dal palco dei giudici l'araldo annunciò l'inizio della giostra che si sarebbe svolta con lance ed armi cortesi.
Il premio per il vincitore sarebbe stato di cento ducati con il riscatto delle armi dei perdenti; quindi chiamò al centro del campo tutti i cavalieri. Astolfo salì in sella ed indossato l'elmo sovrastato da un rosso cimiero, prese la lancia che Berardo gli porgeva per portarsi al centro dell'arena. Il popolo della montagna era accorso numerosissimo per assistere rumoroso all'avvenimento mentre giocolieri, cantastorie e venditori ambulanti facevano affari d'oro. Il primo cavaliere chiamato dall'araldo passò lentamente davanti alla parata di stemmi e toccò con la punta della lancia uno di questi, il cavaliere corrispondente calò la celata e si portò al piccolo trotto in fondo alla staccionata che divideva i due contendenti. Fu allora che uno squillo di chiarina diede inizio alla tenzone. I due destrieri spinti da potenti colpi di sprone partirono di gran carriera, uno contro l’altro, il cavaliere sfidato colpì per primo lo sfidante in pieno petto, con uno schiocco la lancia si spezzò seguita da un urlo della folla. Il cavaliere colpito si disarcionò e fece un rumoroso e pesante ruzzolone a terra. Gli scudieri accorsero e trascinarono via cavallo e cavaliere perdenti. La sorte fece capitare ad Astolfo uno dei cavalieri più conosciuti ed importanti che lo sfidò con piglio arrogante.
Posto in fondo allo steccato Astolfo vedeva, attraverso la sottile fessura dell’elmo, l’imponente figura dell’avversario stagliarsi contro il sole, questi era soprannominato il "Grifo" per via della mitica bestia che aveva montata sul cimiero, vestiva una corazza interamente dipinta di nero, con intarsi d'oro e montava un gigantesco stallone bianco. Astolfo pensò che se avesse resistito al primo assalto, il calore e la luce del sole sarebbero stati poi, validi alleati. Al suono della chiarina partì di gran carriera spostando in avanti il peso del corpo sistemando leggermente lo scudo di traverso. Il "Grifo" colpì per primo, ma la lancia scartò verso l'esterno spezzandosi, mentre Astolfo dovette stringere i denti per sopportare lo sbilanciamento ed il conseguente dolore lancinante alla spalla sinistra. Adesso le parti erano invertite, lui era con il sole alle spalle ed il " Grifo " doveva patire l’inferno dentro la corazza nera. Questa volta, quando il cavaliere d'Acquaviva partì, portò la lancia il più in alto possibile, in modo che il colpo sbilanciasse l'avversario, e così puntualmente avvenne. La parte più alta dello scudo grifato, colpita con violenza, si piegò all'indietro e la lancia anziché spezzarsi andò ad infilarsi nel cavaliere nemico proprio all'altezza della gola, la parte meno protetta di tutto il corpo. L'elmo ornato dal grifone schizzò via, mentre un potente fiotto di sangue scaturì dalla gola squassata del cavaliere spoletino.
Un urlo agghiacciante si levò dalla folla, mentre la nera figura rotolava nella polvere; gli scudieri accorsero subito, ma nulla poterono, il "Grifo" era morto. Astolfo scese di sella e si precipitò a vedere il suo avversario, capì subito di aver vinto il torneo, a quel punto nessuno avrebbe più osato sfidarlo.
Vittorio Camacci
Italia Nostra - Ascoli, Capitale della Cultura 2024
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Riceviamo e pubblichiamo
ITALIA NOSTRA. SEZIONE DI ASCOLI PICENO “ WILLIAM SCALABRONI “
Ascoli Piceno 25 gennaio 2022
Al Dott. Marco Fioravanti
Sindaco di Ascoli Piceno
Al Dott. Sergio Lozzi
Presidente della Provincia di Ascoli Piceno
Alla Dott.ssa Giorgia Latini
Assessore alla Cultura-Regione Marche- Ancona
Al Dott. Prof. Pierluigi Moriconi
Soprintendente Marche Sud Ascoli Piceno
Al Chiar.mo Prof. Giuseppe Losco
Direttore Scuola di Ateneo Architettura e Design – Ascoli Piceno
All’Arch. Antonella Caroli
Presidente di Italia Nostra - Roma
Al Dott. Maurizio Sebastiani
Pres. Cons. Rge. Marche di Italia Nostra-Ancona
Alle Associazioni Culturali e di Tutela
Agli Organi d’Informazione
Ascoli, Capitale della Cultura 2024: ll Parco Culturale ed Ambientale del Monte dell’Ascensione, dei Geo-Siti e dei Calanchi. I valori di un fascino irripetibile da riscoprire per rendere più competitiva la candidatura della Città delle Cento Torri.
A nord di Ascoli si erge in splendida solitudine, con un profilo misterioso e frastagliato, il Monte dell’Ascensione, simile ad un’immensa onda anomala, prodotta dall’impatto delle ondulate fantastiche colline picene con l’imponente parete del Colle San Marco e della Montagna dei Fiori, che si eleva maestosa a sud della città delle Cento Torri.
Questo mitico luogo non colpisce per una bellezza esuberante, ma ti conquista con la luminosità diffusa, la vegetazione lussureggiante, la profondità armoniosa dei paesaggi, la complessità dei contrasti ed invita alla contemplazione e a una dolce riposante meditazione.
Lento deve essere l’andare a piedi lungo i sentieri che seguono, tra un tripudio di colori, le accoglienti vallette il cui lieve pendio conduce al luminoso crinale, oltre cui si svela un mondo diverso, con crepacci lunari, grigie ferite della terra senza un filo d’erba, dove si nascondono fossi misteriosi in cui s’annidano attimi di mistero , rinverditi dall’ inaspettato scorrere di rivoli di limpide trasparenti acque.
Oltre , più in alto, vicino alle cime frastagliate, rimangono lembi di antiche foreste che nascondono vicende fiabesche, caverne di negromanti, leggende pagane, il fantasma ancora piangente della giovane Polisia, il ricordo di anacoreti penitenti.
E, oltre l’intrico impenetrabile dei boschi, si stendono freschi verdi prati, aperti alla visione di spettacolari catene montuose sovente coperte da un manto di candida neve, dove greggi numerose ancora brucano la tenera erba.
E poi, scendendo giù ai piedi del monte, è commovente percorrere dolcemente i sentieri e le strade per raggiungere gli antichi borghi, dove sovente ci colpisce la presenza di resti di torri e di porte antiche, di chiese e pievi isolate ricche di affreschi che ne coprono interamente le pareti.
Per raggiungere, poi, Castel di Croce, che, quasi per incanto, appare su un pronunciato solitario rilievo da cui lo sguardo si dilata verso spazi infiniti, in un’atmosfera irreale e astratta che invita al silenzio e produce una appagante pace interiore.
Eppure urge continuare il percorso, tra vallette in cui palpita la lussureggiante vegetazione, con lo sguardo che segue l’armonioso ondulare delle dolci colline che si dilatano, a perdita d’occhio, all’infinito.
Per arrivare, infine, al termine di questo fantastico itinerario sino al Piazzale di Castignano . Qui può terminare il viaggio di conoscenza e di purificazione, ammirando, dai quattro angoli del terrazzo, ancora una volta il paesaggio che toglie il respiro, prima di entrare nell’antica chiesa e ammirare, privi ormai di parole e appagati, il commovente affresco del Giudizio Universale.
E’ questo il Parco Culturale ed Ambientale, che Italia Nostra propone: un angolo sorprendente a due passi dalla città , che merita di essere conservato integro e reso fruibile in maniera riposante e responsabile, utilizzando e mettendo in rete le costruzioni già esistenti senza realizzarne altre che priverebbero il sito del suo fascino inarrivabile; recuperando le case dei borghi , sovente ora in condizione di abbandono ; eliminando le tante superfetazioni e le immonde baracche che deturpano gli angoli più pregiati; recuperando gli antichi sentieri e rendendo sicuri quelli ancora esistenti per consentirne una fruizione comoda e lenta; incentivando il ritorno all’attività agricola che privilegi la coltivazione, con metodi tradizionali e biologici, delle produzioni come l’anice verde di Castignano e il vino cotto di Morignano, favorendo anche la realizzazione degli “ orti urbani”; adottando le stesse procedure della civile Ferrara vincolando il sito con il sistema del’ “Addizione Verde” ; realizzando, infine, un parco pubblico per salvaguardare, in maniera rigorosa, almeno gli angoli più pregiati e permettere la fruizione dei punti di osservazione più spettacolari.
E’ certo che la realizzazione di questo proposte assicurerebbe l’integrità di un angolo stupefacente del territorio piceno e , nel contribuire ad uno sviluppo economico inimmaginabile, favorirebbe di certo la creazione di buoni posti di lavoro per i giovani volenterosi e contribuirebbe sicuramente a favorire l’esito positivo nella gara della candidatura di Ascoli a Capitale della Cultura per il 2024.
Gaetano Rinaldi - Presidente della Sezione di Italia Nostra di Ascoli Piceno
Progetto Avverabile al giro di boa
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Ascoli Piceno, 26 gennaio 2022- Progetto Avverabile al giro di boa
Giovedì 27 Gennaio ore 11- Un webinar per raccontare i traguardi raggiunti
AvverAbile è un’accademia di formazione professionale per ragazzi con disabilità.
Il percorso formativo comprende: moduli in presenza, formazione a distanza con piattaforma polifunzionale, esperienza on the job.
La mission di AvverAbile è contenuta nel suo nome: Avvera e Abilita. AvverAbile concretizza i sogni e le possibilità dei propri studenti; li rende realmente abili al lavoro, andando oltre la situazione di disabilità che li caratterizza in partenza.
L’idea è quella di contribuire a realizzare un pieno ideale democratico: uguaglianza non è uniformità. Al contrario, siamo in vera democrazia se assicuriamo pieno sviluppo alla differenza.
Gli studenti di AvveraAbile hanno modo di misurarsi con competenze trasversali, necessarie a strutturare un compiuto profilo professionale, e attività caratterizzanti i quattro indirizzi di studio: AGRICOLTURA SOCIALE, FLOROVIVAISMO, PULIZIA e SANIFICAZIONE, RISTORAZIONE e RICETTIVITÀ.
L’Accademia è il risultato di un percorso di co-progettazione, promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno in rete con Associazione Casa di Asterione, Pagefha Cooperativa Sociale, Centimetro Zero Cooperativa Sociale, Artemista Cooperativa Sociale e APS Sordapicena.
Il territorio di riferimento è quello delle province di Ascoli Piceno e Fermo.
Giovedi 27 Gennaio alle ore 11 ci sarà un momento per raccontare i traguardi raggiunti, i programmi per il futuro e le modalità attraverso cui ragazzi e aziende possono partecipare e sostenere il progetto.
Al 𝐖𝐞𝐛𝐢𝐧𝐚𝐫, organizzato da 𝐅𝐨𝐧𝐝𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐇𝐮𝐦𝐚𝐧 𝐀𝐠𝐞 𝐈𝐧𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐭𝐞, interverranno:
Dott. 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐏𝐞𝐫𝐨𝐬𝐚, 𝐷𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝐴𝑟𝑒𝑎 𝑆𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑎 𝐅𝐨𝐧𝐝𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐢𝐬𝐚𝐩
𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢, 𝐶𝑜𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑒𝑡𝑡𝑜 𝐀𝐯𝐯𝐞𝐫𝐀𝐛𝐢𝐥𝐞
𝐌𝐚𝐫𝐢𝐥𝐞𝐧𝐚 𝐅𝐞𝐫𝐫𝐢, 𝑆𝑒𝑔𝑟𝑒𝑡𝑎𝑟𝑖𝑎 𝐺𝑒𝑛𝑒𝑟𝑎𝑙𝑒 𝐅𝐇𝐀𝐈 e 𝑃𝑒𝑜𝑝𝑙𝑒&𝐶𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑒 𝐷𝑖𝑟𝑒𝑐𝑡𝑜𝑟 𝐌𝐚𝐧𝐩𝐨𝐰𝐞𝐫𝐆𝐫𝐨𝐮𝐩 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚
𝐄𝐥𝐞𝐨𝐧𝐨𝐫𝐚 𝐃𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐫𝐞, 𝑅𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝐅𝐇𝐀𝐈
𝐄𝐥𝐢𝐬𝐚𝐛𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐂𝐚𝐫𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐞𝐬𝐢, 𝐷𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑐𝑡 𝑀𝑎𝑛𝑎𝑔𝑒𝑟 𝐌𝐚𝐧𝐩𝐨𝐰𝐞𝐫
𝐑𝐢𝐭𝐚 𝐃𝐞 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐢𝐬, 𝑆𝑝𝑒𝑐𝑖𝑎𝑙𝑖𝑠𝑡𝑎 𝐿.68/99 𝐌𝐚𝐧𝐩𝐨𝐰𝐞𝐫 𝐁𝐞𝐲𝐨𝐧𝐝
L'𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 si potrà seguire 𝐨𝐧𝐥𝐢𝐧𝐞 𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐧𝐝𝐨𝐬𝐢 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐮𝐢𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 al seguente link:
https://avverabile.org/presentazione-progetto-27-gennaio/
“Cattolici, ebrei ed ortodossi: Ascoli ecumenica”
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Con un tour culturale dedicata a “Cattolici, ebrei ed ortodossi: Ascoli ecumenica” riprendono le attività nella città di Ascoli dell’Unione Sportiva Acli Marche APS per il 2022.
Domenica 30 gennaio, alle ore 9,30 con partenza da Piazza Arringo (davanti alla Cattedrale), si svolgerà un tour diretto dalla guida turistica abilitata Valentina Carradori aperta ad un massimo di 40 persone.
In prossimità della Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto, l’Unione Sportiva Acli Marche Aps organizza un proprio viaggio nel tempo e nella storia della città di Ascoli Piceno partendo dalle religioni che Vi si sono praticate nel corso dei secoli. L’iniziativa viene realizzata anche in prossimità della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Si tratta di una manifestazione ormai consolidata nel tempo e che già nelle precedenti edizioni ha attirato l’attenzione di centinaia di partecipanti provenienti da Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio sia nel 2021, nonostante le limitazioni alla partecipazione per la Pandemia del Covid19 che nel 2020 quando ci fu la partecipazione di 114 persone di ogni età. Il 27 gennaio 2019 c’è stata invece una anteprima della manifestazione, in quel caso denominata “Itinerari ebraici ad Ascoli”, dedicata dunque a raccontare la presenza e la storia, dal punto di vista culturale, della comunità ebraica in città, con la partecipazione di 71 persone.
L’iniziativa è promossa da Unione Sportiva Acli Marche APS col patrocinio e col sostegno del Consiglio regionale – Assemblea legislativa delle Marche e in collaborazione con l’Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Diocesi di Ascoli Piceno.
La partecipazione è gratuita, in caso di pioggia o maltempo la manifestazione sarà spostata ad altra data, l’utilizzo della mascherina è obbligatorio.
Per partecipare occorre inviare un messaggio al numero 3939365509 indicando nome e cognome di chi partecipa entro mercoledì 26 gennaio.
Nello svolgimento dell’iniziativa verranno applicate le linee guida ed il protocollo di contenimento per contrastare la diffusione del Covid19 predisposto da U.S. Acli nazionale.