Presentazione dei restauri delle opere delle aree del terremoto finanziati da Italia Nostra
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Giovedì 18 marzo alle ore 17,30 Italia Nostra presenterà le opere restaurate con l'erogazione di circa 50 mila Euro.
Tra queste opere si distinge per l'importanza e il pregio il famoso Tabernacolo custodito nella Cappella del S.S. Sacramento della Cattedrale di Ascoli.
Questo tabernacolo da approfondite indagini effettuate dall'Arch. Prof.
Michele Picciolo è risultata essere un'opera del famoso artista Giorgio Vasari.
Quindi un ulteriore arricchimento del patrimonio cittadino già esaltato dalla presenza nella Cappella del S.S. Sacramento del prestigioso plittico di Carlo Crivelli.
Opportunamente Italia Nostra ha voluto dare un adeguato risalto alla conclusione dell'opera di restauro organizzando per il giorno 18 marzo alle ore 17,30 la presentazione cui sarà possibile collegarsi utilizzando i seguenti Link:
Il filmato dedicato alla nostra città è particolarmente pregevole e consentirà di apprendere dalla viva voce del Prof. Arch. Michele Picciolo le vicende legate alla presenza in Ascoli dell'opera realizzata dal grande artista toscano Giorgio Vasari.
Permetterà , altresì, di ammirare la splendida opera restaurata.
Nel filmato oltre ad un breve intervento del Presidente della Sezione di Italia Nostra di Ascoli e della Consigliere Nazionale Mariagioia Sforza assume un rilevante risalto quello dell'Ammininistratore Apostolico della Diocesi di Ascoli Mons. Domenico Pompili, che ha esaltato il contributo elargito da Italia Nostra per consentire il restauro dell'opera, la cui importanza e pregio consentirà di arricchire ulteriormente il patrimonio artistico della città, esaltandone l'immagine e favorendone l'attrattività.
Il fascino delle immagini del Tabernacolo e di alcuni angoli della città sono esaltati, inoltre, dal commento musicale del bravo giovane pianista ascolano Alessio Falciani che con le sue note contribuisce a rendere ancora più coinvolgente la presentazione dell'opera restaurata e della bellezza della città.
Il Presidente della Sezione
Prof. Gaetano Rinaldi
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Italia Nostra-Onlus
Sezione di Ascoli Piceno "WILLIAM SCALABRONI"
Via Alghero,3
63100 Ascoli Piceno
Prof.Gaetano Rinaldi
(Presidente)
tel.333 8906957
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L’Angelo di Vitavello: un monumento da salvare!
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Dante e Ascoli: personaggi, luoghi e aneddoti
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ASCOLI – In occasione della ricorrenza dei 700 anni della morte di Dante Alighieri non poteva mancare una iniziativa culturale dell’Unione Sportiva Acli Marche.
Si tratta di un tour culturale, all’interno del centro storico di Ascoli, che fa seguito alle tante iniziative che l’U.S. Acli Marche organizza ormai da anni nel territorio comunale.
L’iniziativa si svolgerà domenica 28 marzo, gode del patrocinio e del contributo del Consiglio Regionale – Assemblea legislativa delle Marche ed è a partecipazione gratuita.
Nel corso della manifestazione sarà evidenziata la stretta correlazione tra la città di Ascoli e Dante Alighieri, non solo per la citazione del torrente Castellano nella Divina Commedia, ma anche per il rapporto tra lo stesso Dante e Cecco d’Ascoli e dei legami proprio tra la città delle cento torri e Firenze.
Il via alla manifestazione sarà dato in Piazza Arringo alle ore 15.
Il mio berretto a sonagli - di Vittorio Camacci
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La ricostruzione è cominciata, molto lentamente, muove i primi passi. Orme sulla terra appena scavata di nuove fondamenta che vanno verso una direzione ben definita, a volte illogica, che riflette in uno specchio di verità, quella che ormai tutti sanno: ci sono percorsi privilegiati riservati a pochi eletti ed un'enorme fila di terremotati bisognosi che non trova una strada, confusa ed illusa da tante promesse ed infiniti inganni.
A memoria di tutto ciò restano ancora le macerie del capoluogo e di tante frazioni, resta la solitudine di persone di buona volontà. Tutto il resto è desolazione sociale. Guardando i panni stesi davanti le casette dei villaggi provvisori capisco delle cose: c' è chi deve arrangiarsi con improvvisati stendini, come miseri appigli, e chi già gode della visione di gru e ponteggi piazzati da chi ha cominciato a ricostruirgli la casa. Da questo si può intravedere il nostro futuro: per qualcuno è stata accesa la luce, è stata data un'opportunità mentre altri sono costretti ad andarsene, sfiancati da una burocrazia e da interessi ostili invalicabili. Per queste persone i tramonti si fanno tristi, cupi e la solitudine entra come il freddo dentro le ossa. Capiscono di essere isolate, emarginate, escluse da un percorso di speranza. Sono come le abitazioni spaccate a metà dal sisma con le pareti inclinate sul vuoto, sono come le macerie che restano, sono la seconda scelta, quelli che non servono. Per essi tutto rimane come quella notte di fine agosto che tolse tutto, anche la piccola speranza di vita in questo paradiso naturale.
Io sono dalla parte di queste persone, quelle sole, quelle ferite, non le abbandono e con spirito francescano li considero miei fratelli. Per loro sono tornato alla natura, alla montagna, sono tornato alla terra che mi ha partorito, quella arquatana, attraverso il ventre di mia madre che è accumolese, in una stanzetta del vecchio ospedale di Amatrice, in una notte di dopo-festa dal cielo stellato in cui si sentiva solo il mio vagito ed il sospiro del vento della Laga. Oggi sono rinato a nuova vita, sono figlio di questo terremoto, arditamente coltivo la terra e curo il bosco. La mia vita è dura ed il lungo inverno di montagna con la neve che copre ogni cosa spesso mi mette in difficoltà. Stare qui è dispendioso, non ci vado pari e ci rimetto. Ma qui, su queste montagne, dove i miei avi hanno combattuto con la fame e la fatica, respiro a pieni polmoni, con il Vettore che mi guarda immobile e silenzioso. Mi accompagna la malinconia di non essere capito delle mie scelte, per alcuni incomprensibili e folli. Ostinato continuo a vivere in armonia con il profumo di ginepro e delle bacche di rosa canina, una vita assurda, senza guadagno, in un posto romantico e troppo selvaggio, abbandonato anche dalle anime dei Santi eremiti che qui vissero tanti anni fa.
Purtroppo, sono solo, solo con i miei sogni ed i miei racconti, le mie fantasie ed i miei amori stretti nel cuore. Un cuore piccolo ed infinito che batte e sussulta per ogni meraviglia di questa terra, per ogni tocco di campana delle nostre provvisorie chiese. Mi sento come quel lupo zoppo che incontro ogni tanto sul sentiero per la Madonna dei Santi in mezzo ai ginepri di Colle Capraro. Mi guarda con occhi grandi e malinconici, appena mi vede scappa zoppicando sul soffice manto erboso tra chiazze di neve. La zampa anteriore sinistra è piegata, non tocca mai terra. Il lupo arranca sempre ma mi indica la strada, capisco che ha bisogno di aiuto, da invalidato si sente solo ma continua a sopravvivere. La sua malinconia di stella cadente, di bestia ferita mi ha insegnato che la sofferenza può essere amore, l’importante è avere un obiettivo di vita, un guizzo negli occhi. Lui mi ha dato la forza di passare l'inverno ed io l'ho nutrito, l'ho accudito e spesso gli faccio compagnia parlandogli con dolci sussurri. Ho compreso che questo forte animale sarà presto condannato ad un triste destino, l'implacabile legge della natura.
Un lupo zoppo ed un uomo incompreso, un binomio perfetto che da speranza a questa terra martoriata, che ci fa continuare ad amare il prossimo come fosse noi stesso. Il folle scrittore ed il lupo ferito tra i primi fiori e le ultime nevi, tra le poesie ed il vento freddo, tra una scelta di vita difficile e contraria e le comodità illusorie costruite con l'ipocrisia e con l’inganno. L'amore è dentro di noi e per esprimerlo può bastare la solidarietà ad una bestia ferita, un gesto semplice per sentirci meno soli ed in armonia con il Creato.
Vittorio Camacci
10 anni dell’Associazione CISI
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Con la mission di aiutare le persone a essere parte viva di una società nuova, composita e complessa, il 26 febbraio 2011 nasce il Centro per l’Integrazione e Studi interculturali. Da allora CISI ha promosso numerose attività che valorizzano le differenze come strumento di consapevolezza e autocritica. Festeggiamo questo primo decennio di un’associazione nata dalla volontà di stare, sempre con nuove progettualità che ci permettono di stare accanto alla nostra comunità di riferimento.
Il presidente Ivano Corradetti “CISI è una vera associazione, fatta di persone di qualità che hanno la volontà di fare progetti ambiziosi in grado di tessere relazioni virtuose. Ricordo nel 2011 l’atto costitutivo nella sala dell’appartamento dell’Housing Sociale appena affittato con mia moglie. Alcune persone sono cambiate, ma lo spirito che si respira è sempre costruttivo e proattivo”.
Il vicepresidente Giuseppe Di Caro “CISI è stata una scoperta continua che interseca forme d’arte all’integrazione sociale, una famiglia che anche tramite foto e video è in grado di raccontare la propria prospettiva in ottica di sensibilizzazione”.
Con un direttivo ormai di 7 persone, CISI sceglie di partire prima di tutto dal territorio, dalla storia locale e dalle sue ricchezze, per aprirle al mondo e creare una rete accogliente, fatta di conoscenza reciproca, fiducia e amicizia, coinvolgendo persone, enti, associazioni, paesi e in generale tutti i soggetti che abbiano interesse a “incontrarsi”.
Tanti i progetti fatti, e numerosi quelli in essere, CISI è anche un Circolo ACLI ed orgoglioso socio della Bottega del Terzo Settore, questo proprio perché crede moltissimo al valore della collaborazione.
Proprio in occasione di questo importante compleanno, CISI invita tutte le persone interessate alle nostre attività a iscriversi all’associazione. Per informazioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonare a 3283674760