Ultima difesa - di Vittorio Camacci
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Da Forca Canapine ad Accumoli, lo sguardo si allarga a perdita d'occhio su una terra di pietra calcarea, faggete ed erba sottile. Sassi bianchi punteggiano queste lande di confine dure e spigolose, attraversate nel corso di millenni da pecore e santi, montanari e contadini, pellegrini e viandanti. I laghetti di Accumoli non hanno la forma di un cuore, non hanno alcuna concezione di grazia, qui la civiltà sembra non essere mai esistita, qui ci si è fermati al medioevo. La povertà radicata in questa terra non è solo una condizione sociale ma è una forma di predestinazione. Il senso dell'ingiustizia e della prevaricazione sulla pelle degli allevatori che tentano di ribellarsi ai potentati locali, appartiene a tutti, anche a quelli che sfiniti sono partiti per trovare un lavoro dignitoso altrove, anche a quelli che si sono inventati un mestiere improbabile lungo la vallata del Tronto. Questo si vede, specialmente, nei volti alteri e sofferenti delle donne, che rispecchiano quelli delle antiche Madonne in terracotta custodite nelle pievi tratturali poste agli incroci delle piane fiorite. Quelle stesse pievi dove trovavano riposo dell'anima fedeli e pastori, gendarmi e briganti. Un territorio ferito da tante guerre di sopravvivenza che del dolore non ha mai fatto letteratura. Miracoli si, se ne sono visti tanti, non solo leggende inventate dall' influente Stato Pontificio, ma concreta alternativa alla passione civile soffocata per secoli dalle oppressioni dei potenti. Una spiritualità fatta di povertà cristiana, fatta di eremiti emuli di Gesù Cristo pronti a vivere di acqua di fonte, erbe, miele selvatico, frutta di bosco e preghiere all' interno di grotte sperdute nelle forre boscose. La stoica attesa di qualcosa che prima o poi arriverà: il Regno dei Cieli? La libertà? L’indipendenza? Il riscatto degli ultimi? Questa è la vera forza degli abitanti di queste terre, che gli permette di sopportare persino i capricci dei potenti che vogliono regalarsi una cattedrale di lussuria nel " wild ". Allora, partiranno tre processioni dai piedi di questo paradiso, come una devozione ai limiti di una coreografia feroce e pagana, con persone avvolte da bandiere e striscioni, come un pellegrinaggio laico compiuto strisciando con le ginocchia sull' erba fresca di primavera. Questo è il vero aspetto della ribellione, una forma di profonda protesta, verissima. Ci sono politici capitolini che si affannano a convincere i deboli e tentano di anestetizzare la protesta ma Roma questa volta non può chiudere gli occhi. Intanto, noi, sospesi tra francescanesimo e anarchia fatichiamo a difendere questo paradiso naturale quando la soluzione è semplice: basta ridimensionarlo riportandolo a misura d'uomo. Questa volta ci proveremo davvero!
Il canto a braccio - di Vittorio Camacci
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Nelle nostre zone è ancora viva la tradizione dell' improvvisazione poetica in ottava rima: il cosiddetto canto a braccio. Essa affonda le proprie radici nell' antico mondo agricolo-pastorale. La sera, conclusa la faticosa giornata di lavoro, i montanari si riunivano nelle aie, nei cortili o nelle osterie per trascorrere alcune ore di svago. Alcuni di essi si dilettavano fino a notte fonda nel cantare poesie in ottava rima spesso accompagnati dal suono delle ciaramelle o dall' organetto. Essi traevano ispirazione da grandi temi cavallereschi che venivano tramandati spesso per tradizione orale, in quanto molti erano analfabeti, ma conoscevano a memoria poemi classici come l' "Orlando Furioso" o la " Gerusalemme Liberata ". Da questa loro conoscenza dei grandi poemi cavallereschi del cinquecento e delle grandi liriche traevano poi linfa e modelli espressivi per le loro canzoni
estemporanee. Infatti , il canto a braccio è una composizione improvvisata in ottava rima su vari temi da due o più poeti. i temi possono essere svariati : religioso, familiare, amoroso, burlesco, sociale, politico, guerresco, naturale ecc. ecc. Per rendere più appassionanti e divertenti le tenzoni poetiche i temi vengono trattati a contrasto : angelo-demonio, pecora-lupo, mare-montagna, giovane-vecchio, suocera-nuora ecc. ecc. L' immaginazione e l' estemporaneità né costituisce la caratteristica principale mentre la tecnica più usata è l' ottava rima : strofe di otto versi, endecasillabi, di cui i primi sei sono a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata, ma diversa da quelle precedenti e uguale a quella del primo verso dell' ottava successiva. La cadenza della declamazione del verso è il gorgheggio che, regala al cantatore un po' di tempo per improvvisare in rima il verso successivo. Ecco un esempio in ottava rima che mi ha dedicato un amico:
A - Vittorio, ti ringrazio a voce piena
B - Per tutto quello che mi hai scritto
A - Il tuo cantare è come una sirena
B - Spazia e gira con il vento dritto
A - Spelonga smania e non si frena
B - Persa nel canto e a chi ne ha il diritto
C - Piace il tuo verso amabile e cortese
C - E quello che decanti al tuo paese.
La bravura del poeta consiste nel mettere in difficoltà l' avversario chiudendo l' ottava con una rima molto difficile.
La poesia estemporanea basa le sue radici in un passato remoto quando intorno al VII secolo a.C. , in una zona dell' Etruria meridionale abitata dai Prischi Latini, presso la misteriosa città di Fescennino, si usava cantare con il volto coperto da una scorsa d' albero " versibus alternis " denominati "Carmi Fescennini" che niente avevano in comune con gli " Aedi Greci ". Nei secoli più tardi anche in altri paesi si sviluppò l' improvvisazione poetica. Ad esempio in Provenza, intorno all' XI secolo, si diffusero i " trovatori" che usavano una lingua segreta, contenuta in sei dialetti occitani, ispirandosi all' amor cortese dei " Minnesànger " germanici. Essi cantavano, in misterioso occitano, il ricordo dell' amor perduto, dell' amor cortese. Queste poesie contenevano spesso messaggi cifrati e segreti simbolici legati ai culti catarici. Più tardi, con il passar del tempo esse persero ogni significato spirituale, iniziatico e metafisico passando all' amore individuale, personalizzato cantato nella novella e nel romanzo. Anche nei paesi di lingua ispano-portoghese venne praticata la poesia estemporanea con l' uso della " Decima " detta anche " Espinela ". Essa è formata da dieci versi ottosillabici nella combinazione di rime : ABBAACCDDC. Abbandonata nel vivace dimenticatoio in cui si rifugia la musica di tradizione orale italiana, quando non oggetto di revival d' intrattenimento da palcoscenico o di riappropriazioni identitarie, la poesia estemporanea in ottava rima è una pratica fortemente radicata nelle nostre zone, nella Sabina, nella Tuscia viterbese, in Toscana e nell' appennino emiliano-romagnolo, grazie al modo in cui la parola poetica viene costruita attraverso la voce cantata essa mantiene un " nesso musaico" che fa rimanere in vita il nomos poetico musicale in cui si reggeva l' Arcadia, è una pratica relazionale che si avvale di un immaginario comune, di cui fanno parte il mito del poeta-pastore e i grandi poeti della letteratura italiana, in primo luogo Dante, Ariosto e Tasso, che venivano in passato memorizzati. Questa poesia vive preferibilmente in ambienti marginali, tra la gente comune, in luoghi ancora legati alla pastorizia ed all' agricoltura, anche se i poeti attuali, in gran parte, non sono più pastori o contadini e si esibiscono ormai sui palchi dei festival paesani. I nostri avi amarono la poesia estemporanea e spesso erano convinti che essa fosse un dono divino concesso alle anime pure, semplici e fantasiose. Non a caso il cantore estemporaneo era un artista particolare che doveva conoscere la metrica poetica, avere buone doti canore e di intonazione a " cappella", ovvero senza accompagnamento. Fortunatamente quest' arte non si è persa nei secoli grazie ad ostinati poeti a braccio, di rara sollecitudine, portatori di saggezza e buoni sentimenti che hanno sempre indagato l' arcano della Natura. Natura che è splendida bellezza e si fa poesia tra le case e le attività degli uomini. E' allora che la bellezza si fa amore. Amore per la propria casa, per la madre, la famiglia, il lavoro, l' amicizia e la nostra terra. Così le antiche tradizioni letterarie auliche del Petrarca, di Dante, dell' Ariosto, del Tasso, del Leopardi, del Pascoli, del Belli, mischiate a quelle popolari dei nostri cantori estemporanei potranno salvarci dalla distruzione. Non quella dei nostri paesi ma quella dell' anima.
Un particolare grazie agli " ultimi cantori " : Francesco Guccini, Walter Galli ( Emilia-Romagna ); Beatrice Bugelli, Anton Francesco Menchi, Eugenio Bargagli, Realdo Tonti, David Riondino, Roberto Benigni, Gino Ceccherini, Vasco Cai, Elio Piccardi, Marco Betti, Marinella Marabissi e Mauro Chechi ( Toscana ); Domenico Perilli, Bernardino Perilli e Marcello Patrizi ( Abruzzo ) ; Pietro Santolini, Domenico Franchi, Angelo Crisciotti e Urmare Giambotti ( Marche ) ; Di Carmine Virgilio, Pietro De Acutis, Riccardo Colotti, Vincenzo Pulcini, Mario Proietti, Ruggero Centi, Adalberto Fornari, Enrico Rustici, Alessio Runci, Francesco Lalli " Franchino ", Angelo Casini, Elia Casini, Felice Casini, Francesco Casini, Pietro Casini, Blandino Cesarei, Emidio Cesarei, Mariano Antonelli, Paolo Cioni " Paolino ", Orlando Persio, Francesco Calabresi, Saverio Lopez, Pasquale Mariani, Domenico Guidoni, Paolo Santini, Dante Valentini, Francesco Marconi, Giampiero Giamogante, Giuseppe Schinoppi, Peppe Felci, Domenico Pallotta " Biscarino ", Guido Blasi, Titta Marini, Spartaco Compagnucci e Agnese Monaldi ( Lazio ) ed a tutti gli altri.
Vittorio Camacci
Foto di "Picenobello"
Mercatino Antiquario di Ascoli 15 e 16 Maggio 2021
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Edizione straordinaria
Quella che ci aspetta è un'edizione veramente straordinaria del Mercatino Antiquario di Ascoli.
Sabato 15 e domenica 16 maggio la città sarà invasa di oggetti antichi, rari, preziosi, dal fascino centenario della storia che raccontano. Le piazze e vie del centro storico respirano il profumo dell'arte che trapela da tutti gli angoli.
Sarà un'edizione straordinaria per la presenza di un numero importante di antiquari che come al solito si mettono in viaggio da varie parti d'Italia per raggiungere il capoluogo Piceno, ma anche artigiani che colorano via del Trivio e piazza Roma con le loro curiosità fatte a mano.
La zona gialla e quindi i ristoranti aperti e lo spostamento tra Regioni permettono il ritorno alla normalità dello storico appuntamento cittadino che vede la città animata dal suo mercatino.
Caratteristica di queste edizioni particolarmente importante è lo svolgimento del Mercatino in piazza Arringo già dal sabato mattina, per permettere l'allestimento dei gazebo e degli espositori.
Diventato ormai un appuntamento fisso delle domeniche del mercatino, riprende anche Ti Racconto Ascoli. Una esperta guida dell'Associazione Marche V Regio condurrà i visitatori alla scoperta del travertino, con una passeggiata tra piazze, palazzi, chiese, grotte. E' possibile scegliere la fascia oraria preferita tra il mattino e il pomeriggio: partenza ore 10.30 per il mattino e ore 15 per il pomeriggio davanti il centro informazioni turistiche di piazza Arringo. Prenotazione obbligatoria entro il giorno prima (fino ad esaurimento posti), contributo di partecipazione € 15. Per info e prenotazioni 347 6590764 - 347 8304951 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Domenica pomeriggio gli amici del gruppo di saltarello piceno "I Trallallero" ci faranno compagnia con gli stornelli popolari e il saltarello per le vie del centro, in maniera itinerante, per portare un pò di allegria con lo sguardo sempre verso la tradizione.
Il mercato continua ad essere un luogo sicuro e con l'aiuto degli espositori e visitatori si svolgerà nel rispetto di tutte le norme anti-Covid.
Il Mercatino si svolgerà con orario dalle 9 alle 19 in Piazza del Popolo e piazza Arringo per entrambi i giorni mentre via del Trivio, Chiostro di San Francesco e Piazza Roma con orario sabato dalle 15 alle 20 e domenica dalle 9 alle 19.
INFO: Tel 0736 256956 393 9862023 FB e IG mercatini antiquari www.mercatiniantiquari.com
Prossima edizione: 19 e 20 giugno
Festival dei due Parchi - Tallacano Trail 9° Edizione
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S. Maria di Acquasanta Terme (AP) - Domenica 16 Maggio 2021
Corsa in solitaria non competitiva ed eco-passeggiata
COMUNICATO STAMPA
Prende il via da S. Maria di Acquasanta Terme Domenica 16 Maggio dalle ore 09.00, in sicurezza, e nel pieno rispetto dei protocolli diretti alla prevenzione, contrasto e contenimento del Covid-19, l’Edizione 2021 del Festival dei due Parchi con il nono Tallacano Trail, manifestazione che, a causa della situazione emergenziale, cambia “veste” trasformandosi in una corsa in solitaria non competitiva dal percorso di 17 km, con partenze distanziate, a cronometro, e in un eco passeggiata, dalle 09.30, di 2 km, alla portata di tutti.
Anche quest’anno, la corsa toccherà alcuni dei borghi più suggestivi del territorio di Acquasanta Terme: S. Maria, Cocoscia, Tallacano con sullo sfondo Agore, Poggio e Rocchetta... territorio unico nel suo genere e che rimane ancora duramente colpito dal sisma del centro Italia che ha semidistrutto molti dei detti borghi e ha reso inagibili sentieri, strade brecciate e carrarecce. I camminatori potranno, invece, immergersi nel sentiero “Lu vurghe” sino alle sorgenti di acqua sulfurea. Runners, passeggiatori, amanti della natura, grandi e piccini, nonni, nipoti, famiglie con bambini e ragazzi, potranno, così, tornare a respirare l’aria buona dei nostri monti, a rincontrarsi, nel rispetto delle regole del distanziamento, e salutarsi lungo gli antichi tratturi degli avi, nel rifiorire rumoroso delle gemme a primavera, avvolti da un territorio incantato di sentieri e ruscelli, di tufo e castagni, di acque termali, di borghi arroccati, ricordandoli un tempo festanti.
Il Festival dei due Parchi continua ad assumersi la responsabilità di celebrare i custodi odierni del tempo di ieri, che curano con indefessa dedizione quei versanti boscosi, brulicanti di vita, proponendo l’arte di correre e camminare come arte del vivere con saggezza, lungo sentieri irti e tornanti scoscesi, come arte di riconquistare il proprio corpo attraverso il respiro di ciascuno che si fonde nel respiro del mondo.
L’evento si svolge con la collaborazione tecnica ed organizzativa della Polisportiva AntropoSport A.S.D. e dell'AntropoService Sas, sotto l’egida del CONI Comitato Provinciale di ASCOLI PICENO e del MSP Italia (Movimento Sportivo Popolare Italia) e con il patrocinio della Regione Marche, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dei Comuni di Acquasanta Terme del Tronto e di Ascoli Piceno, nonché con la collaborazione dell’Associazione LU VURGHE.
La prenotazione è obbligatoria e a numero chiuso, con obbligo di osservanza dei regolamenti adottati per contrasto e contenimento della diffusione del Covid-19. È ancora possibile iscriversi alla passeggiata fino alle ore 24.00 di giovedì 13 maggio.
Per info ed iscrizioni: www.festivaldeidueparchi.it , 0736.250818.