Testo della relazione tenuta nel Forum sul futuro della Cultura “ Distretto Culturale Evoluto e nuovo Patto per lo Sviluppo del Piceno “, organizzato dal Consorzio Imprese culturali del Piceno nella Sala Scatasta il 21 gennaio 2012.

 una risposta non regressiva alla crisi economica.

 

Nel nostro paese  si continua a dare una risposta di tipo regressivo agli impulsi negativi della congiuntura economica.

Si insiste, così, nell’adozione di provvedimenti simili a quelli che hanno favorito le diseconomie del “ Sistema Italia” e una scadente “ Qualità della Vita “, limitandosi , al massimo, ad eliminare qualche laccio e lacciolo  senza avere il coraggio di scegliere “ un nuovo modello di sviluppo”.

Analizzando brevemente le cause che hanno determinato le condizioni drammatiche dell’attuale situazione economica dobbiamo concordare con quanti sostengono che l’ormai insostenibile fardello del debito pubblico, che rappresenta l’elemento più virulento della grave condizione in cui versa l’Italia,  è la conseguenza del peso eccessivo dato ai consumi per lo più privati consentiti ben al disopra del livello della ricchezza prodotta e delle condizioni di favore riservate ai percettori delle rendite parassitarie e speculative, che, oltre tutto, con la loro azione hanno contribuito e  contribuiscono ancora alle gravi diseconomie del nostro sistema economico.

Per evitare il definitivo collasso del paese  si è scelto di intervenire in maniera abbastanza rigorosa

sul livello dei consumi, riducendo  il reddito dei percettori di redditi fissi e dei meno abbienti. Toccando , peraltro, poco i favoriti dalle rendite.

E’ evidente la natura recessiva di questa manovra. Tenuto conto, infatti, della rilevante propensione al consumo dei  meno abbienti, le conseguenze delle scelte fatte sono chiare: ulteriore avvitamento della crisi ed entrata in una vera e propria fase recessiva.

Da qui l’esigenza di una ulteriore manovra per ridare fiato al sistema economico con la scelta delle cosiddette liberalizzazioni.( Che non si sa quali effetti produrranno, almeno nel breve periodo).

Una diversa più intelligente, giusta ed innovativa  opzione è quella rappresentata dall’ incremento dei “ consumi pubblici “ rispetto a quelli” privati”. Questa scelta, tra l’altro, potrebbe giustificare il blocco o addirittura un’ulteriore riduzione  del reddito dei meno abbienti e dei lavoratori dipendenti, consentendone un aumento reale in luogo di quello nominale, evitando così che, tenuto conto del progressivo aumento del costo della vita, si produca  una sostanziale riduzione del livello di benessere e della capacità di spesa.

Uno strumento efficace per conseguire questo obiettivo è rappresentato dalla realizzazione dei “Distretti delle  Risorse Culturali del Territorio”.

Attraverso questi progetti è possibile, infatti, contribuire alla valorizzazione “ sistemica ed ecosostenibile “ delle risorse tipiche di un territorio ben definito ed omogeneo, nel rispetto dei tre principi che ne rappresentano la filosofia  e cioè “ tutela, conservazione e fruizione”.

Si tratta di una vera e propria “ rivoluzione ”, in quanto si va oltre l’elenco delle consuete e tradizionali attività ritenute forme di espressioni culturali (sistemi museali, reperti archeologici, monumenti, eventi e manifestazioni etc), comprendendo, invece, nel novero delle risorse culturali tutte le attività e le eccellenze di uno specifico territorio per tutelarle, conservarle e valorizzarle nel rispetto dei valori tradizionali , per favorirne una migliore conoscenza e fruizione e per avviare un processo sistemico in grado di produrre economie di scala.

La realizzazione di un simile Distretto, oltre a creare una “Immagine“ o “Brand” vincente del territorio di riferimento, contribuisce indubbiamente ad elevarne la “qualità della vita“ , rendendolo attrattivo per i “ creativi ed innovativi” (creando, quindi, anche le condizioni per lo sviluppo della conoscenza e dell’innovazione), oltre a favorire la creazione di un filiera produttiva posta in una  condizione di vantaggio competitivo rispetto ad altre realtà , proprio per l’unicità delle risorse utilizzate che altri non hanno.

Non va sottaciuto, peraltro, il valore di questa scelta per quanto riguarda il problema delle “ diseconomie” . Al riguardo occorre ricordare che il principio della “tutela”, che rappresenta il fondamento di questa ipotesi progettuale, mira in primo luogo al “recupero e restauro “ ambientale ed urbano delle realtà del territorio del Distretto.

Da ciò  l’esigenza di una riconsiderazione complessiva della condizione attuale del nostro paese in cui si sono privilegiate eccessivamente le rendite speculative e parassitarie con danni gravissimi ed esiziali per il modo di vivere delle persone e per la loro sostanziale condizione economica.

Dobbiamo pertanto chiederci : quali benefici potrebbe ottenere la comunità se  si elaborasse finalmente un piano organico volto al recupero e restauro dell’immenso patrimonio edilizio esistente, che fa dell’Italia una enorme orribile periferia, privilegiando, tra l’altro, l’incremento di funzionali e veloci trasporti pubblici in grado di alleggerire il traffico privato sì da ridurre in termini accettabili le disfunzioni che rendono impossibile ed eccessivamente costosa, in termini di perdita di tempi, stress, e consumo di risorse, una vita normale nelle nostre città ?

E’ chiaro che questa azione di restauro e recupero rappresenta indiscutibilmente un aspetto fondamentale della filosofia del distretto, a cui, peraltro, vanno aggiunte tutte le azioni volte alla tutela , conservazione e fruizione delle altre risorse del territorio, che, occorre ripeterlo, comprendono il patrimonio storico, artistico architettonico ed urbano; il patrimonio naturalistico e quello delle tradizioni antropiche, in cui vanno compresi folclore, feste, enogastronomia, artigianato, settore agroalimentare e, naturalmente, le attività industriali che siano l’espressione e dei talenti  e delle professionalità del posto.

Insomma un modo nuovo e rivoluzionario di intendere la cultura e la possibilità , se si avrà il coraggio di fare questa scelta, di coinvolgere in questa battaglia di civiltà i portatori d’interessi, in primo luogo, la comunità intera e  poi, si spera, i rappresentanti istituzionali..

Gaetano Rinaldi- Italia Nostra-Sez. di Ascoli Piceno

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