Era ancora buio, sulle cime della Laga, un rumore in lontananza ruppe il silenzio di quella notte di inizio dicembre. Due fari squarciarono con sciabolate di luce le tenebre, mentre divenne sempre più forte il rombo di un motore, spinto al massimo dei giri, per vincere quell'impossibile salita su quella mulattiera improvvisata, piena di fango e buche. Era una moderna jeep, adibita al trasporto dei cani addestrati dalle guardie forestali. La parte posteriore dell'automezzo era stata modificata per far posto a due cassoni di legno che ospitavano ognuno una coppia di cani. In silenzio, un maresciallo grassottello, dopo essersi calato il cappuccio del giubbotto, aiutò i suoi uomini a far scendere i cani, legandoli ad un vicino albero, dopo averli muniti di un collare GPS. Nel sottostante canalone, un giovane tenente, aiutandosi con una torcia led schermata, sistemava guardie armate dietro gli alberi, come Pollicino con le briciole di pane. Erano una quindicina di uomini che procedevano nel massimo silenzio, in fila indiana, senza fumare, stando bene attenti a non far rumore calpestando rami secchi e fronde. Intanto le tenebre lasciavano campo libero alla luce del giorno che stava già schiarendo la cima del monte Pannicaro. Il freddo era intenso e le pareti del canalone erano ricoperte da una gelida e delicata trapunta di ghiaccio. Il maresciallo si era rifugiato all’interno della macchina insieme ad un brigadiere attempato venuto dalla città. Dopo aver bevuto un sorso di caffè bollente versato da un termos elettrico, collegato allo spinotto del cruscotto, disse: "Oggi mi sento che sarà la volta buona!" "Speriamo" rispose il brigadiere. "Ormai è troppo tempo che l'Anarchico ci frega!" L' "Anarchico" era un bracconiere gigantesco, che le guardie avevano nel "mirino" da tanto tempo. Quello che non sapevano era che questo "lupo solitario", per una serie di circostanze fortuite, fosse davvero un uomo speciale. Unico sopravvissuto di una famiglia di boscaioli, si era forgiato l'esistenza tra i boschi della Laga, respirando a pieni polmoni l'aria salubre e frizzantina, rafforzando la muscolatura in maniera impressionante con il duro lavoro. Aveva imparato a cavarsela da solo, in modo anomalo, nutrendosi di ortaggi, erbe e frutta selvatica, oltre che di selvaggina da lui stesso cacciata che gli forniva un apporto smodato di proteine che lo avevano fatto diventare possente e vigoroso, novanta chili di muscoli nel pieno della forza e dell'età. Conosceva a menadito tutti i sentieri e le "forre" della Selva e quella notte si era rifugiato in una grotta senza accendere il fuoco, tanto era abituato al freddo. La luce dell'alba a fatica cancellava gradatamente il buio della notte e già s'intravvedevano nella bruma le scheletriche cime dei faggi. "È ora!" Disse il maresciallo. Scesero dalla jeep, indossarono i giubbotti antiproiettile ed i gambali in cordura antistrappo, tirarono fuori i corti mitra PMX Beretta, di cui tutti erano armati, poi, preso al guinzaglio i cani si distanziarono di circa cento metri gli uni dagli altri. Il brigadiere accese la radio VHF e dopo aver premuto il tasto di chiamata, disse: "Occhio alle postazioni, partiamo!" Dopo un attimo il tenente rispose: "Roger!" Poi con il passaparola avvisò i suoi uomini. Cercando di fare il meno rumore possibile, le guardie caricarono silenziosamente le armi e rimasero in attesa. Il maresciallo liberò i cani che si lanciarono naso a terra alla ricerca di un odore particolare lasciandosi sfuggire in preda all'eccitazione dei guaiti. L'udito sensibilissimo dell' "Anarchico" li sentì e subito scattò in piedi volando letteralmente a gambe levate lungo la china del monte, saltando come un capriolo i ruscelli ed i terrapieni. Una guardia era stata piazzata alla fine del bosco, proprio all'inizio di una radura, l’ ”Anarchico" si stava dirigendo proprio verso di lei, con calma olimpica, dopo aver acceso l'ottica a punto rosso, aveva imbracciato la carabina, puntandola verso il piccolo guado seminascosto nella fitta macchia, dove immaginava sarebbe passato il bracconiere e aspettava con calma il bersaglio. L' "Anarchico" arrivò alla velocità di un camoscio, la guardia lo vide ed il punto rosso si spostò di colpo nel petto del gigante che stava arrivando. Fu un secondo, proprio nell'attimo in cui il militare premeva il grilletto, l'uomo braccato scattò improvvisamente di lato per evitare la pozza d'acqua, tornando, così, al coperto nel bosco per poi fuggire sulla sinistra sguarnita del canalone. Anche questa volta l'inafferrabile ribelle alle leggi dello Stato, con un pizzico di fortuna, li aveva fregati! La Natura, ancora una volta, ha ricordato all'uomo i limiti della sua tecnologia.
"Tutto ciò che un uomo può immaginare, la natura lo ha già creato"
"La civiltà sta producendo macchine che si comportano come uomini e uomini che si comportano come macchine"
Vittorio Camacci