Incontro con FELICE VINCI
Interviene Antonio Gabriele Narcisi
Verrà presentato il libro
OMERO NEL BALTICO

In collaborazione con UPLEA - ASCOLI PICENO

thumb OMEROUn libro al centro del dibattito archeologico contemporaneo. Se l'Iliade e l'Odissea che tutti abbiamo sempre collocato nello stagno mediterraneo fosse in realtà ambientata nel freddo nord? Strane incongruenze e, dall'altro lato, eccezionali somiglianze, hanno indotto Felice Vinci ad indagare la più scandalosa delle ipotesi. Omero non aedo greco, ma cantore scandinavo di avventure ambientate tra i fiordi. L'ipotesi, sebbene controversa, ha trovato sostenitori prestigiosi tra cui la dott.sa Calzecchi Onesti, massima traduttrice dei poemi omerici. Felice Vinci sarà ad Ascoli per presentare e discutere la sua tesi. Una occasione unica per scoprire una storia "diversa" ma non per questo meno affascinante.

Il reale scenario dell'Iliade e dell'Odissea è identificabile non nel mar Mediterraneo – dove dà adito ad innumerevoli incongruenze: un clima sistematicamente freddo e perturbato, battaglie che proseguono durante la notte, eroi biondi intabarrati in pesanti mantelli di lana, fiumi che invertono il loro corso, il Peloponneso pianeggiante, isole e popoli introvabili... – ma nell'Europa settentrionale. Le saghe che diedero origine ai poemi omerici provengono dal Baltico e dalla Scandinavia, dove nel II millennio a.C. fioriva una splendida età del bronzo e dove sono tuttora identificabili molti luoghi omerici, fra cui Troia (nella Finlandia meridionale, a 100 km da Helsinki), Itaca (in un arcipelago danese, l'unico al mondo ad avere tutte le caratteristiche indicate da Omero) e i siti dei viaggi di Ulisse (al di fuori del Baltico, tra le coste e le isole atlantiche della Norvegia). Queste saghe poi furono portate in Grecia, in seguito al tracollo dell' "Optimum climatico post-glaciale", dai biondi navigatori achei, migrati dal Nord, che nel XVI secolo a.C. fondarono la civiltà micenea. Essi ricostruirono nel Mediterraneo il loro mondo originario, in cui si erano svolte la guerra di Troia e le altre vicende della mitologia greca, e perpetuarono di generazione in generazione, trasmettendolo poi alle epoche successive, il ricordo dei tempi eroici e delle gesta compiute dai loro antenati nella patria perduta. La messa per iscritto di questa antichissima tradizione orale, avvenuta in seguito all'introduzione della scrittura alfabetica in Grecia, attorno al IX-VIII secolo a.C., ha poi portato alla stesura dei due poemi nella forma attuale. Essi, riletti in questa chiave, ci danno una testimonianza straordinaria e assolutamente unica del mondo dell'età del bronzo nordica, di cui ci rimangono bellissimi reperti archeologici ma di cui finora non avevamo nessuna testimonianza letteraria: questa rilettura dei poemi omerici sposta indietro di un millennio la storia della preistoria europea! Inoltre questa nuova prospettiva potrebbe favorire un diverso approccio all'idea di unità dell'Europa, basata non più soltanto sull'economia e sulla finanza, ma anche sulla cultura e sulla consapevolezza delle nostre comuni origini.

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