Amandola
Compresa nel Parco dei Monti Sibillini, Amandola ne rappresenta la simbolica porta di accesso. Deve il propio nome probabilmente al mandorlo, che ritroviamo anche nello stemma cittadino.
Di origini molto antiche, Amandola passa sotto la dominazione romana e viene inclusa nella centuriazione del Tenna. Un periodo molto florido lo vive dal Trecento al Settecento, grazie alla produzione ed alla lavorazione della lana, oggi sostituita da altre risorse: lavorazione del legno, restauro e antiquariato del mobile, alle quali si affiancano quelle tipiche dell'entroterra marchigiano, e cioè tartufi, formaggi, salumi.
Il turista che visita Amandola, si può rendere conto della presenza di vari stili arichitettonici: dal romanico della chiesa di S. Francesco, con portale gotico, al rinascimentale e barocco dei palazzi di via Indipendenza. Nella piazza Alta da visitare i resti dell'insediamento civile (Palazzo del Podestà, il teatro Comunale la Fenice, il Palazzo del Popolo, oggi convento) e i resti della Torre di una scomparsa fortezza.
Sul colle Marrubbione si trova la chiesa di S. Bernardino, convento dei Cappuccini. Poco fuori la cittadina possiamo ammirare la chiesa di S. Maria della Misericordia a piè d'Agello, la chiesa rurale di S. Pietro in Castagna, e più lontano
(ca 7 km) l'Abbazia dei Ss. Ruffino e Vitale. Su un'altura di 700 metri è posta la chiesa dei Ss. Vincenzo e Anastasio.