Vedere ed ascoltare Don Ciotti, mette addosso una voglia di fare, di lottare, di rimboccarsi le maniche.

La sera del 10 Don Ciotti è stato ospite del Coordinamento di Libera. Siamo andati presto, prima per poter prendere posto, nel teatrino della parrocchia dei SS Simone e Giuda, ma Il teatro non era abbastanza grande: ci hanno fatto accomodare in chiesa: d’altra parte è una sede più appropriata una chiesa per un prete, o no?

Un prete! Don Ciotti è un prete! Me lo ripetevo mentre lo ascoltavo: “Don Ciotti è un prete!! È “IL” prete! È il prete che servirebbe per ogni paese, per ogni città, per ogni quartiere” mi ripetevo queste parole mentre ascoltavo il suo grido di allarme: “tutti noi siamo responsabili!” me lo ripetevo mentre raccontava dei posti di lavoro creati per i giovani, mentre metteva in guardia dalle persone troppo sicure di sé.
Ha parlato di “speranza” e dei suoi due figli: la rabbia e il coraggio; la rabbia nel vedere come vanno le cose e il coraggio per vedere come potrebbero andare. Vero, giusto: senza rabbia e senza coraggio non si cambia nulla..Pensavo a questo, e riflettevo che anche l’amore, predicato da Don Ciotti, non ha il sapore della retorica, acquista tutto il suo pieno e vero significato: senza l’amore non si va da nessuna parte.

In tutto il suo discorso ha tenuto metaforicamente in mano sia il Vangelo che la Costituzione, come da lui affermato e mantenuto, perché sono questi due testi che bastano per una convivenza civile e per un corretto riconoscimento dei diritti e dei doveri.

Non c’è bisogno di dire che il suo discorso, pronunciato a voce alta, ferma e forte, è stato più volte interrotto da lunghi scrosci di applausi.