presepe2 2022La notte di Natale è densa di mistero, in essa si mescolano sacro e profano, religione e magia, fede e superstizione, antiche leggende e ingenue credenze, specialmente i bimbi, in balia degli anziani, riempiono la notte di stupori, di favole e di sogni.
Una volta, finita la cena, ci si radunava intorno al camino per aspettare insieme la “Messa di mezzanotte”. Si raccontavano favole e leggende, questo compito spettava ai vecchi che riempivano le ore sull’argomento natalizio, ambientato nella vita di tutti i giorni, non privo di una visione sociale e di una rivalutazione del mondo dei poveri. C’era San Giuseppe che cercava un letto per Maria e tutti gli albergatori ed i parenti lo cacciavano perché era povero; la solidarietà dei miseri pastori accorsi appena sentito il pianto del Bambinello; San Giuseppe che si era perso tutto e non aveva visto niente perché era andato a prendere l’acqua poi tornato nella stalla non aveva trovato, come gli altri, il Bambino avvolto da una gran luce, allora egli provava a recuperare la Grazia portando il fuoco nel mantello senza bruciarsi facendo concorrenza al bue ed al somarello che invece lo scaldavano con il fiato e chi avrebbe potuto salvare il Figlio di Dio se non loro. I contadini lo sapevano perché essi erano gli animali più umili della stalla.
Comunque il pezzo forte dei racconti era l’arrivo dei Re Magi nei quali c’era tutta la saggezza, la forza, e la ricchezza dei grandi re, il fascino dell’Oriente, l’omaggio del potere al povero Cristo nato in una grotta, dentro una povera mangiatoia.
I bambini sentivano i brividi alla schiena quando si parlava della crudeltà di Erode che per invidia faceva scannare tutti i neonati di quella notte, ma l’Innocente si salvava nell’epica “fuga in Egitto” con i feroci soldati di Erode dietro sguinzagliati nella campagna.
Intanto, avvicinandosi la mezzanotte, gli animali nella stalla parlavano ma nessuno li aveva mai sentiti perché chi ci aveva provato era morto all’istante e così arrivava l’ora della messa, vi si andava tutti imbacuccati perché le chiese di montagna erano fredde e piene di spifferi ma si sopportava tutto in allegria e gioia. Poi si tornava a casa e ci si addormentava tra le braccia degli adulti, sotto grandi coperte di lana guardando le stelle alla finestra. Si cercava la Cometa, la “stella con la coda”, e visto che non c’era, si dormiva tranquilli perché tutti sapevano che essa era bella ma anche crudele: la prima volta aveva annunciato la nascita del Messia, ma quando fosse tornata, avrebbe annunciato la fine del mondo.
Questa era la notte di Avvento, carica di prodigi e presagi. Il grande miracolo della nascita del Redentore si frantumava in mille altri portentosi avvenimenti ed avventure, il cielo scendeva sulla Terra, il sole al mattino riprendeva il suo cammino nell’allungare le ore di luce. Questa era l’umanità del Natale da cui riemergevano gli antichi miti, le paure, le angosce, le speranze e le certezze stratificatesi nei millenni. L’universo era racchiuso in quel bambino deposto sulla paglia che esorcizzava con il suo fascino il terrore delle cose infinite ed inspiegabili, così la notte si illuminava di significato e rendeva tutto possibile.

Vittorio Camacci

Informativa: questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. Cookie policy