Ascoli Piceno
E' il capoluogo della provincia. Adagiata tra il fiume Tronto e il suo affluente Castellano, Ascoli vanta una storia millenaria. Pur essendoci segni di presenze preistoriche, la tradizione vuole sia sorta ad opera di un gruppo di Sabini che verso l'VIII - VI secolo A.C. dette origine al popolo dei Piceni.
La città vive un periodo florido sotto il potere di Roma, ma nel 91 A.C. proprio Ascoli dà il via alla Guerra Sociale contro Roma, conclusasi due anni dopo con la distruzione della città. Nel IV secolo viene evangelizzata dal Vescovo Emidio di Treviri, che in seguito diverrà Santo protettore della città.
Nel 578 viene saccheggiata dai Longobardi, e successivamente Carlo Magno la pone sotto il dominio della Chiesa. Sotto Federico II Ascoli ha il permesso di costruire il proprio porto, provocando la ribellione della città di Fermo. Dopo un susseguirsi di lotte, distruzioni, ribellioni, Ascoli arriva, nel 1799 all'occupazione da parte delle truppe francesi. Ma non è una conquista facile: la Chiesa, per contrastare l'invasione, appoggia bande di briganti, tra le quali quella capeggiata da Giuseppe Costantini, detto "Sciabolone".Arriva finalmente il 1860, e con questo l'annessione al Regno d'Italia.
Ascoli è ricca di monumenti, di begli edifici pubblici e privati, di chiese, di luoghi storici, ma è ricca anche di angoli caratteristici e di suggestivi scorci paesaggistici. Raccontare tutto il bello è impresa ardua: suggeriamo solo i punti più noti, lasciando al turista il piacere di girovagare senza fretta per le "rue" cittadine.
Piazza del Popolo è la prima forte emozione: così nascosta su tutt'e quattro i lati, sembra lasciare ad ogni visitatore l'impressione di essere il primo a scoprirla. Entrando da via Alessandro Panichi, di fronte a noi si erge la superba mole della Chiesa di S. Francesco, splendido esempio di arte romanico-gotica, con il Chiostro e la Loggia dei Mercanti. Alla nostra sinistra si trova il Palazzo dei Capitani del Popolo, vero puzzle di stili, e lo storico Caffè Meletti, pregevole esempio di stile Liberty.
Piazza Arringo è delimitata dal Palazzo del Comune, sede della ricca Pinacoteca Civica, dal Palazzo Panichi, sede del Museo Archeologico Statale, dal Palazzo Roverella, sede del Museo Diocesano, con accanto il Duomo di S. Emidio da Treviri (facciata di Cola d'Amatrice), nella cui cripta si trova la tomba del Santo ed il gruppo marmoreo del Giosafatti "S. Emidio che battezza Polisia", di chiara influenza berniniana (XVIII secolo).
Ancora da vedere: la chiesa dei Ss.Vincenzo e Anastasio, di S. Pietro Martire, di S. Maria Intervineas, di Sant'Angelo Magno e di San Vittore. Templi romani erano le chiese di S. Venanzio e S. Gregorio. All'epoca romana risalgono anche il ponte augusteo di Porta Solestà, il Teatro e la Porta Gemina, dalla quale si pensa partisse il decumano romano che portava al Foro (per alcuni l'odierna piazza del Popolo, per altri piazza Arringo).
Ricordiamo ancora il complesso conventuale dell'Annunziata, ora sede della Facoltà di Architettura, la fortezza Pia, il forte Malatesta, con accanto il ponte di Cecco, il piccolo e grazioso tempietto di S. Emidio alle Grotte, opera inglobata nella roccia, per la quale il suo autore, Giuseppe Giosafatti, prese a modello la chiesa di S. Maria della Pace a Roma